
Josip Broz Tito è stato alla guida della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia dal 1945 al 1980
Sono passati 18 anni dalla dissoluzione dell’ex Jugoslavia. Ma sono ancora tanti i nodi da sciogliere. Alcuni risalenti addirittura alla fine della Seconda Guerra Mondiale. E’ il caso del problema dei beni confiscati dal regime di Tito. Negli anni ’90 le repubbliche balcaniche, sorte sulle ceneri della Federazione Jugoslava, hanno approvato delle leggi di de-nazionalizzazione, per restituire le proprietà alle vittime degli espropri. Queste leggi, però, escludevano dal diritto di restituzione chi oggi è cittadino straniero. Ora una sentenza dell’Alta Corte di Zagabria potrebbe rimediare.
Subito dopo il secondo conflitto mondiale, Tito aveva giustificato le confische agli italiani con il mancato pagamento di 125 milioni di dollari di danni di guerra. Oggi tra i beni che potrebbero essere restituiti ce ne sono alcuni di grande valore: ad esempio lo stabilimento industriale di Zara che distillava il Maraschino, costruito dalla famiglia Luxardo, o il prestigioso palazzo Milesi, a Spalato, reclamato dagli eredi Lanzetta. La decisione della magistratura consente ai legittimi proprietari di pretendere la riconsegna dei beni nazionalizzati da Tito. Dal 1992 ad oggi le persone che hanno già fatto richiesta sono più di 4 mila: tra questi ci sono 1.034 italiani, 676 austriaci, 175 israeliani, 143 tedeschi e 114 sloveni. Il governo croato aveva congelato le loro richieste in attesa del pronunciamento della Corte.

L'Unione degli Istriani, associazione di esuli, ha pronta una lista di altri 1.411 beni da richiedere al governo croato
Non è detto, però, che il “sì” dei giudici sblocchi immediatamente la situazione. Zagabria, infatti, potrebbe voler approvare una legge di definitiva interpretazione della questione, prima di procedere con le restituzioni. Se sarà così, i tempi si allungheranno inevitabilmente, forse di altri due o tre anni. Il rebus dei beni espropriati, insomma, resta irrisolto. Anche se è meno enigmatico di prima.
[…] Leggi anche: Croazia, l’odissea degli stranieri espropriati da Tito […]
la mia domanda è semplice .
sulla base di quali parametri verranno calcolati i valori dei beni immobiliari ( case negozi ) in centro a Zara
mentre le attività industiali come i terreni come saranno calcolati?
grazie apresto
Ciao Francesco,
in che senso “come verranno calcolati i valori”? A quanto ho capito, in discussione è la possibilità da parte degli stranieri (italiani compresi) di chiedere indietro allo Stato croato le proprietà che detenevano prima della confisca di Tito. Non so se sia possibile avere – magari in alternativa – un risarcimento in denaro. Era questo che intendevi?
Grazie e buona giornata,
Andrea
Grazie per la risposta : intendevo dire la valutazione degli immobili e delle attività commerciali come verrà calcolata considerato che ho letto che il Governo Croato ha stanziato una paio di miliardi di euro per chiudere la vertenza prima dell’ingresso nella UE?
Ovviamente i terreni qualora venisssero rotornati ai legittimi proprietari avranno la rivalutazione del mercato immobiliare e della destinazione d’uso .
A presto
Francesco
Purtroppo in questo senso non so darti una risposta. Non sapevo di questo stanziamento previsto dal governo croato, anzi: ti ringrazio per l’informazione. Se verrò a sapere qualcosa di più, lo troverai qui sul blog.
A presto,
Andrea
ma certo…
restiamo in contatto
ciao
Francesco
Io ai fascisti non darei nemmeno una gamella con due pezzetti di patata che galleggiano nell’acqua. Al limite potrei favorire la loro riabilitazione al lavoro inserendoli in un progetto per opere socialmente utili, ovviamente per la Patria!