La Croazia vuole l’estradizione di Bozidar Vucurevic. L’ex sindaco di Trebinje, comune bosniaco vicino al confine croato, è stato arrestato lunedì 4 aprile alla frontiera tra Serbia e Bosnia. L’accusa: aver partecipato al bombardamento di Dubrovnik nel 1991.
Trebinje è sulle montagne che dominano la costa dalmata, e in particolare Dubrovnik, che il 6 dicembre 1991 venne attaccata dalle forze armate jugoslave. Oltre ad aver contribuito all’aggressione, Vucurevic avrebbe detto che dopo la guerra si sarebbe costruita un’altra città, “ancora più bella e più vecchia”. Ma per fortuna, pur ferita profondamente, Dubrovnik è riuscita a sopravvivere.
Finita la guerra, Vucurevic non è sparito dalla scena politica, anzi: è rimasto ai vertici del Partito Democratico Serbo (SDS), formazione bosniaca di estrema destra fondata da Radovan Karadzic, sotto processo a L’Aja per il massacro di Srebrenica. Il nome di Vucurevic era nella “lista nera” compilata nel 2004 dall’Alto rappresentante UE per la Bosnia-Erzegovina, Paddy Ashdown, che chiese la rimozione di 9 dirigenti della SDS. Allora Vucurevic ne era vicepresidente.
Subito dopo il suo arresto, il ministero della Giustizia croato ne ha chiesto l’estradizione dalla Serbia. Tra i due Paesi non esiste un trattato in materia di criminali di guerra, ma Vesna Dovranic, portavoce del ministero, si è detta ottimista riguardo all’accettazione della richiesta da parte di Belgrado. Il (doloroso) passato recente dei Balcani ritorna spesso a disturbare il presente. Ma affrontarlo può servire a costruire un futuro più sereno.
Fonti: Osservatorio italiano, Virgilio, B92, emg.rs
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