Una sfida interna alla sinistra, che però sarà decisa dalla destra. Si prospetta così il ballottaggio delle presidenziali slovene del prossimo 2 dicembre. Al primo turno i più votati sono stati l’ex primo ministro Borut Pahor (40%) e il capo di Stato uscente Danilo Turk (36%), che era dato in testa dai sondaggi. Terzo l’eurodeputato Milan Zver, vicepresidente di un partito di centrodestra: il 24% degli elettori ha scelto lui, e il loro voto (o non voto) sarà decisivo fra tre settimane.
Pahor è stato a capo del governo dal novembre 2008 allo scorso febbraio. Da quindici anni è presidente dei Socialdemocratici, ora all’opposizione contro un esecutivo di centrodestra: la stessa area da cui spera di pescare voti per vincere il ballottaggio. Danilo Turk era ambasciatore all’Onu durante le guerre degli anni ’90, ed è diventato presidente nel 2007, quando ha stravinto il secondo turno con quasi il 70%. A far riflettere entrambi dovrebbe essere l’affluenza, ferma al 48%, dieci punti in meno di cinque anni fa.
Proprio cinque anni fa il Paese adottava l’euro, e come molti “colleghi di moneta” oggi è in forte difficoltà. Lo Stato meno toccato dai conflitti dello scorso decennio potrebbe dover chiedere aiuti internazionali, con le ormai note e pesanti conseguenze in termini di misure di austerità. Bolla immobiliare, banche pubbliche in perdita, tassi dei titoli di Stato troppo alti: ingredienti che rendono cupo lo scenario in cui si muoverà il prossimo presidente, e che spingono ad attendere soprattutto ciò che farà il governo, piuttosto che il risultato del voto di dicembre.
FONTI: atlasweb.it, Ansa
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