
La Cattedrale del Cristo Salvatore a Pristina (foto Arild, http://bit.ly/1jxQJMa)
Il Kosovo ha finalmente un governo. A sei mesi dalle elezioni politiche si è interrotto lo stallo uscito dalle urne: la LDK dell’ex premier Hashim Thaci e il PDK del suo successore Isa Mustafa si sono accordati, mettendo fine alla rivalità tra i due partiti. Nel nuovo esecutivo ci sono tre ministri serbi (su 21) e due sole donne.
La comunità internazionale guardava ai negoziati soprattutto alla luce del dialogo con Belgrado. L’assenza di una guida a Pristina preoccupava per le conseguenze sui rapporti migliorati lo scorso anno, ma ancora non semplicissimi. La presenza di politici serbi nel nuovo governo dovrebbe dare una mano, e il fatto che due ministri kosovari abbiano partecipato a una conferenza europea in Serbia sembra confermare che il clima è più sereno di alcuni anni fa.
L’esecutivo di Pristina dovrà fare i conti con una disoccupazione al 40% e un’economia tra le più povere del continente. Altro tema scottante è l’inchiesta (ri) aperta da Bruxelles sull’uccisione di prigionieri serbi e il traffico di organi in cui sarebbero stati coinvolti capi della guerriglia kosovara a fine anni ’90. Alcuni di loro oggi sono politici di primo piano. Il ministro degli esteri di Pristina assicura che il governo vuole arrivare alla verità.