Posted in Politica, tagged adesione alla Ue, area euro, austria, ballottaggio, bandic, beatles, bruxelles, capo dello Stato, coabitazione, corriere della sera, criminali di guerra, crisi diplomatiche, crisi economica, croazia, debito, deficit, diplomazia, euroregione, friuli venezia giulia, galan, indipendenza, josipovic, kosor, kosovo, lubiana, mesic, musicista, opera, PIL, professore, responsabilità, rimac, salario, scenario, serbia, sfida, sindaco, slovenia, socialdemocratico, stabilità, sudamerica, tadic, tondo, treno, tudjman, università, veneto, zagabria on gennaio 12, 2010|
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Ivo Josipovic, 52 anni, è il nuovo presidente della Croazia
Insegna all’università di Zagabria e fa il musicista: sogna di comporre un’opera lirica sui Beatles. Ivo Josipovic è il nuovo presidente della Croazia. Il candidato socialdemocratico ha vinto col 60,3% il ballottaggio con Milan Bandic, sindaco di Zagabria, uscito dal partito dell’avversario pochi mesi fa. Il nuovo capo dello Stato dovrà guidare il Paese verso l’ingresso nell’Unione europea, previsto per il 2012.
Un nodo delicato è quello dei rapporti con la Serbia, anch’essa in cammino verso Bruxelles. Mentre a Zagabria si contavano le schede elettorali, da Belgrado partiva un duro attacco al predecessore di Josipovic. “Mesic lascia una pesante eredità al nuovo presidente, con cui speriamo di poter stabilire relazioni diverse”, ha detto il capo dello Stato serbo Boris Tadic, che rimprovera al suo ormai ex omologo di aver esaltato l’indipendenza del Kosovo e di aver ridotto da otto a sette anni la pena del criminale di guerra croato Sinisa Rimac. I conflitti degli anni ’90 sono un tema ancora capace di scatenare crisi diplomatiche tra i Paesi balcanici, soprattutto per il rifiuto dei governi di assumersi ciascuno la propria parte di responsabilità. Lo stesso Josipovic, ad esempio, minimizza le colpe del presidente-dittatore croato Franjo Tudjman: “Con lui abbiamo avuto parzialmente un’esperienza autoritaria, ma non comparabile ai regimi sudamericani”, dice al Corriere della Sera.

Danilo Turk e Boris Tadic, presidenti di Slovenia e Serbia, prossimi interlocutori di Josipovic
Non sembra avere preoccupazioni sulla convivenza con Josipovic Jadranka Kosor, capo del governo di centro-destra croato. “Lavorerò col nuovo presidente”, dice il primo ministro, già abituato con Mesic alla coabitazione con un esponente dello schieramento opposto. Buona accoglienza per il neo-eletto anche da Giancarlo Galan e Renzo Tondo, presidenti rispettivamente di Veneto e Friuli Venezia Giulia: i governatori si dicono certi di poter collaborare positivamente con Zagabria per il progetto dell’Euroregione, una struttura di cooperazione transfrontaliera che coinvolgerà anche Austria e Slovenia. Quest’ultima e la Croazia negli ultimi tempi hanno avuto alcune controversie sul confine tra i due Stati: nei prossimi mesi Josipovic dovrà impegnarsi anche per migliorare le relazioni con Lubiana.
Il vero avversario del nuovo presidente, comunque, sarà la crisi, che nei Balcani ha colpito più duramente che altrove. Nello scorso ottobre il salario medio nel Paese era 725 euro. Il rapporto tra debito e PIL ha superato il 120%: per capirsi, nel 2007 quello italiano – il più alto dell’area euro – era del 104%. Le istituzioni croate dovranno lavorare duramente per ridurre il deficit, condizione indispensabile per entrare in Europa. Lo scenario non è semplice, ma Zagabria deve farcela: perdere il treno per Bruxelles vorrebbe dire esporre a enormi rischi la stabilità economica e politica del Paese.
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