Serbia e Kosovo continuano ad avvicinarsi. Ieri a Bruxelles i rappresentanti dei due Paesi hanno raggiunto i primi accordi concreti dall’inizio del dialogo avviato a marzo. Pochi giorni fa Belgrado ha ribadito: “Non riconosceremo l’indipendenza di Pristina”. E ha chiesto all’Europa di essere premiata per il “disgelo” diplomatico con l’ex provincia ribelle, oltre che per la cattura del latitante Mladic.
L’intesa trovata dai negoziatori balcanici riguarda tre punti: la mobilità della popolazione, l’accesso ai registri dello stato civile e la validità dei diplomi universitari. “Questi accordi avvicinano entrambe le parti all’Unione europea e migliorano la vita dei cittadini”, ha detto il mediatore Ue Robert Cooper. Quello di ieri è stato il quinto round di trattative, avviate dopo anni di “muro contro muro” e rese possibili dall’apertura praticata dalla Serbia nel settembre scorso, quando il ministro degli Esteri Vuk Jeremic ha accettato di aprire un dialogo con il Kosovo.
Belgrado vuole andare in Europa, e per riuscirci è disposta a tutto – meno che a riconoscere l’indipendenza di Pristina. “In nessun modo viene messa in discussione la sovranità della Serbia”, ha detto a Bruxelles Borislav Stefanovic, capo dei negoziatori serbi. “La Serbia non riconoscerà l’autoproclamata indipendenza del Kosovo”, ha assicurato pochi giorni fa il presidente Boris Tadic, che ha aggiunto: “Il nostro Paese guardia negli occhi l’Europa e dice che ha fatto quello che aveva promesso”.
Consegnato Mladic al tribunale de L’Aja, ammorbidite le posizioni sul Kosovo, Belgrado si aspetta di essere ricompensata in un solo modo: ottenere lo status di candidata all’ingresso nell’Unione europea. Un traguardo ambito da tutti i Paesi balcanici. La Slovenia è già dentro, la Croazia entrerà nel 2013. La Serbia è un pò più indietro. Ma negli ultimi mesi ha fatto passi da gigante.
Fonti: euronews.net, swissinfo.ch, paperblog.com