“Rom -4”. Basta questo slogan terrificante a spiegare il baratro che si apre in Italia quando si parla di rom. La scritta è apparsa a Roma dopo l’incendio che ha ucciso quattro bambini in un campo di periferia. La stupidità non si ferma neanche davanti a una strage. Neanche se a morire sono quattro piccole persone, le cui età sommate insieme non arrivano a 30 anni.
Ma si tratta proprio di stupidità? Chi gioisce di una tragedia simile lo fa solo per ignoranza? O c’è un retroterra culturale, un contesto che fa sentire autorizzati a compiere atti razzisti e disumani? Chi attacca i rom sa di prendere a bersaglio la parte più debole della società. La popolazione più denigrata dai mezzi di comunicazione, la gente a cui sono legati i luoghi comuni più resistenti. La gente più discriminata dalla politica. Non si contano le proposte di provvedimenti per limitare la libertà dei rom, ghettizzarli, “difendere” gli italiani dalla loro presunta predisposizione a delinquere.

Cesare Bossetti, consigliere regionale della Lega in Lombardia, non si è alzato durante il minuto di silenzio per la tragedia di Roma (radio-padania.com)
“Dobbiamo domandarci se una società più solidale e fraterna, più coerente nell’amore, cioè più cristiana, non avrebbe potuto evitare tale tragico fatto”. Benedetto XVI ha parlato così di fronte a centinaia di rom e sinti, accorsi in piazza san Pietro per ascoltarlo. Sembrano parole di rito. E’ la conferma, magari simbolica, ma importante, della volontà di difendere gli esclusi, gli ultimi. E’ un richiamo alla solidarietà che forse cadrà nel vuoto, ma che andava fatto, di fronte alle urla fin troppo ascoltate di chi vorrebbe “espellerli tutti”.
“E’ più facile educare un cane che un rom”. Tiziana Maiolo, portavoce milanese di Futuro e libertà, si è dovuta dimettere in seguito a questa dichiarazione. Parole pronunciate proprio commentando la tragedia di Roma. L’abisso che separa un’idiozia simile dal rispetto per le vittime è quello che ci divide da una vera comprensione della questione rom.