
Il leader dell’opposizione macedone Zoran Zaev (foto FOSIM, http://bit.ly/1jpMrk5)
L’Unione europea chiede un’indagine indipendente sullo scontro istituzionale in corso in Macedonia. Il primo ministro Nikola Gruevski ha accusato il leader dei socialdemocratici Zoran Zaev di spionaggio e minacce a funzionari del governo. Il numero uno dell’opposizione ha dovuto consegnare il passaporto. Nei mesi scorsi aveva annunciato la diffusione di documenti compromettenti che avrebbero costretto chi guida il paese a dimettersi.
Secondo Gruevski, Zaev avrebbe ammesso di aver ottenuto queste notizie riservate da servizi segreti stranieri. Il politico di centrosinistra sarebbe accusato di voler arrivare a un colpo di stato, dopo le elezioni che l’hanno scorso hanno segnato la vittoria della destra sia alle presidenziali che alle legislative. La minoranza ha denunciato brogli, ma le proteste non hanno impedito a Gruevski di iniziare il suo quarto mandato da capo del governo. Si dice che Zaev fosse pronto a rendere pubbliche le prove dello spionaggio illegale di migliaia di cittadini. Il leader dell’opposizione è accusato di complotto insieme ad altre tre persone, tra cui l’ex capo dei servizi segreti.
Nei mesi scorsi il paese è stato scosso da manifestazioni anti-governative guidate dagli studenti. In autunno la commissione europea ha parlato di aumento del controllo politico sui media e di calo della fiducia popolare nelle istituzioni. Qualche mese prima l’ong statunitense Freedom House aveva declassato la democrazia macedone da “semi-consolidata” a “di transizione o regime ibrido”. Un quadro preoccupante a maggior ragione per un paese candidato a entrare nella Ue.