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Nemanja Vidic ha sbagliato il rigore che avrebbe potuto salvare la Serbia (pianetazzurro.it)

Tre squadre potrebbero andare agli Europei. Altre due al massimo li guarderanno in tv. È il (magro) bilancio delle Nazionali di calcio dell’area ex jugoslava dopo l’ultimo turno dei gironi di qualificazione a Polonia-Ucraina 2012. Slovenia e Serbia sono tagliate fuori; sognano ancora Croazia, Bosnia e Montenegro, che se la giocheranno agli spareggi.

SERBIA AMARA. Dopo aver pareggiato venerdì con un’Italia già qualificata, l’undici capitanato dall’interista Stankovic perde in casa della Slovenia, già matematicamente eliminata. Tutto si decide in due episodi. Prima Dare Vrsic, centrocampista dell’Olimpia Lubiana, segna con una punizione rocambolesca da metà campo. Poi Nemanja Vidic, capitano del Manchester United, si fa parare un rigore dal portiere dell’Udinese Handanovic. L’1-0 è inutile per gli sloveni e catastrofico per i serbi, fuori dagli Europei dopo l’uscita al primo turno dal Mondiale sudafricano. La delusione si fa sentire: a fine gara i “pilastri” Stankovic e Vidic annunciano di voler lasciare la Nazionale.

GRIDO STROZZATO. È quello del ct bosniaco Safet Susic, bomber del Paris Saint-Germain e della selezione jugoslava negli anni ’80. La sua squadra, che nella storia non è mai arrivata né a un Mondiale né a un Europeo, passa in vantaggio a Parigi contro la Francia. Un bellissimo gol di Edin Dzeko (7 reti in 8 partite in questo avvio di stagione col Manchester City) porta la Bosnia al primo posto, quello che vale la qualificazione diretta. L’urlo di Susic si spegne al 78’: Samir Nasri, compagno di squadra di Dzeko in Inghilterra, conquista e realizza un rigore molto dubbio, assicurando ai transalpini il biglietto per Euro 2012. I ragazzi di Sarajevo cercheranno fortuna agli spareggi, come è accaduto per i Mondiali 2010, quando si sono dovuti arrendere al Portogallo. Una cosa è certa: il calcio bosniaco è in grande crescita.

BELLE SPERANZE. Le hanno Croazia e Montenegro, seconde nei rispettivi gironi e dunque qualificate agli spareggi. Anche per Zagabria c’è un pò di rimpianto: gli uomini di Slaven Bilic (bronzo da difensore ai Mondiali del ’98) battono 2-0 la Lettonia e sono al primo posto fino a dieci minuti dalla fine, ovvero finché la Grecia sta perdendo in Georgia. Due gol degli ellenici fanno ammutolire i croati, che pagano le sconfitte subite proprio in Georgia e in Grecia. Più tranquilla la serata dei montenegrini: la squadra degli “italiani” Vucinic e Jovetic aveva già ottenuto l’accesso agli spareggi, grazie anche a due stupefacenti pareggi contro l’Inghilterra di Fabio Capello. La sconfitta in Svizzera (2-0) non cambia le carte in tavola.

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Zdravko Kuzmanovic, centrocampista della Serbia. Una sua ingenuità ha provocato il rigore che ha affossato i balcanici

Si apre oggi un capitolo speciale di Balcanews: in collaborazione con la testata La Sestina, seguiremo il cammino “mondiale” di Serbia e Slovenia, le due Nazionali balcaniche che si sono qualificate per Sudafrica 2010. Come sempre in questo blog, cercheremo di restituire uno spaccato di ex Jugoslavia (in questo caso sportiva), senza pretendere di raccontarla esaustivamente. Anche il calcio può dirci qualcosa su ciò che succede oltre l’Adriatico: proveremo a trasmettervi fatti, storie, emozioni che ci aiutino a capire chi sono i nostri “vicini” e come vivono uno degli eventi più seguiti dalla popolazione mondiale.

Finisce con un serbo che esulta. Ma è il Ghana a vincere. Milovan Rajevac, ct delle Stelle Nere, porta a casa la prima vittoria di una squadra africana in questo Mondiale. Un successo meritato, che arriva al termine di una gara non esaltante, come molte di quelle viste finora in Sudafrica.

Il primo tempo scorre via senza emozioni forti. Chi si aspettava una Serbia padrona del gioco rimane deluso. Gli uomini del ct Radomir Antic sono spenti, senza idee, incapaci di avvicinarsi all’area di rigore avversaria. Gli unici brividi per gli africani arrivano dai calci piazzati. Provano a far male due “italiani”: prima l’interista Dejan Stankovic sforna un assist non sfruttato dal centravanti Marko Pantelic. Poi esce di poco una punizione del laziale Aleksandar Kolarov. Più pericolosi i tentativi degli africani, che giocano palla a terra e affondano soprattutto a sinistra, sfornando cross insidiosi respinti con affanno dai serbi. In bella evidenza il gioiellino dell’Udinese Kwadwo Asamoah: dai suoi piedi passano molte azioni d’attacco ghanesi.

La ripresa si apre con un’occasione per parte. Asamoah Gyan, a segno ai Mondiali tedeschi del 2006, spreca in malo modo un contropiede due contro due. Lo imita Milan Jovanovic, che entra in area da sinistra ma svirgola il tiro. E’ uno dei pochi sussulti della Serbia: i balcanici tremano più volte per le incursioni di Andrè Ayew, figlio di Abedì Pelè, giocatore del Torino degli anni ’90. L’occasione più grande arriva al 60’. Su una rimessa laterale, la difesa serba si addormenta e Gyan colpisce di testa: palo esterno. Poi la partita sembra spegnersi. La riaccende Aleksandar Lukovic, difensore dell’Udinese, che si fa espellere per doppia ammonizione a un quarto d’ora dalla fine. Tipico paradosso calcistico: il Ghana inizia a subire gli avversari adesso che sono in inferiorità numerica. Milos Krasic impegna il portiere Richard Kingson con un tiro deviato in angolo. Branislav Ivanovic, stella del Chelsea, sfiora il gol della vita con una bordata da fuori. Ma all’improvviso accade l’impensabile. Su un innocuo attacco degli africani, Zdravko Kuzmanovic colpisce la palla in area con il braccio. Grande ingenuità che costa un calcio di rigore, nettissimo. Lo trasforma Gyan, il migliore in campo. Sempre lui colpisce un palo (il secondo) a pochi minuti dalla fine. Il 2-0, forse, sarebbe stato eccessivo. Ma sull’1-0 c’è poco da discutere.

Finisce con un serbo che si dispera. Kuzmanovic, centrocampista ex Fiorentina, è il primo colpevole di una sconfitta inaspettata per i balcanici. La squadra di Antic ha deluso per tutti i novanta minuti, messa sotto da una rivale più organizzata del previsto. Stasera c’è Germania-Australia, seconda gara del girone D. La prima ha regalato poche emozioni. E una grande sorpresa.

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